12/12/07

diritto allo sciopero e ricatto

Quando lo sciopero diventa un ricatto, un atto di forza e di violenza allora non è più un diritto. Abbiamo assistito alla vergognosa protesta dei tassisti che hanno bloccato Roma (una delle città più belle, più importanti e più visitate del mondo)per due giorni. Nelle città più belle, più importanti e più visitate del mondo, i taxi sono un servizio pubblico alla portata della gente normale. Qui da noi sono un lusso, una maledizione: quando ti servono non li trovi, se piove puoi stare anche un'ora ad aspettarli, se vai a una stazione taxi rischi di fare la bella statuina in attesa che arrivi qualcuno (che magari sta al bar a prendere il caffè). Tutti ai loro comodi: un bel servizio pubblico davvero. Col risultato che adesso i tassisti (almeno quelli di Roma) sono ancora più odiati di prima dalla gente normale.
Adesso è il turno degli autotrasportatori: la trattativa è in corso (così almeno dichiara il primo ministro Prodi al tg di SKY) e loro cosa fanno? Una mattina si alzano e decidono di fermarsi sulle autostrade e di non consegnare più nulla. Complimenti, esercitano davvero bene il diritto di sciopero: mettendo in ginocchio una nazione che ha un'economia al limite del collasso, gettando nella merda milioni di persone che si ritrovano non solo a dover fare file da gironi danteschi ai distributori di benzina (forse il problema minore anche se il più vistoso), ma soprattutto a fare i conti con difficoltà inimmaginabili per chi non ha mai vissuto (per sua fortuna) la guerra. Non manca soltanto il caviale o lo champagne (cose di cui possiamo fare anche a meno) manca il latte (per i neonati e per i bambini più piccoli), mancano il pane, le verdure e la frutta (considerate le possibilità economiche di moltissimi italiani le cose che si vendono di più in questo periodo), mancano soprattutto i farmaci. Lo sanno questi "stoici difensori dei loro diritti" che c'è gente che vive (non per sua scelta) solo grazie alla somministrazione di alcune medicine? Lo sanno che i bambini hanno bisogno di un'alimentazione regolare e d equilibrata? Lo sanno che esiste (o dovrebbe esistere) una coscienza che dovrebbe ispirare buon senso e che dovrebbe aiutare a capire che a volte il bene comune è più importante di quello del singolo? Probabilmente no, anche perché se lo sapessero non andrebbero in tv a dire che con la loro protesta (che dicono andrà avanti ad oltranza) non pensavano di creare tante difficoltà agli italiani... Ma riusciranno anche a pensare o è un'operazione troppo complicata per loro?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

lo sciopero nel suo sottile significato è un ricatto..''o guardi bene a tutelarmi o io ti danneggio malamente''..certo però, che in questo caso la precettazione n'è stata la giusta risposta..un disagio che potenzialmente sarebbe diventato quasi una tragedia..

L'Immaginauta ha detto...

Sottoscrivo al 100%.

E' tipico di una democrazia immatura (o di una non-democrazia come l'Italia) usare male gli strumenti di protesta e tutela.

In Italia gli scioperi sono troppo comuni per avere ancora un valore, se non quello della prepotenza. Abbiamo distrutto uno strumento importante.

Troppo spesso noi italiani siamo alchimisti al contrario: trasformiamo l'oro in merda.
F.

Anonimo ha detto...

...komunisti...