02/04/06

Alex Del Piero



Siamo abituati a vederlo in campo, artista e genio del calcio, croce e delizia dei tifosi di tutta Italia. Croce – ovviamente - per gli avversari, delizia per gli juventini (e per tutti gli amanti del bel calcio) che lo hanno eletto a giocatore simbolo della loro squadra. Non a caso Ale è il capitano della Vecchia Signora. Questione di stile, e Del Piero - di stile - ne ha da vendere. Mai una polemica, mai una esternazone esagerata, mai una risposta velenosa a chi, pure, gli ha rivolto le accuse più infamanti: dopato, brocco, raccomandato, omosessuale (ammesso, e non concesso, che possa essere un’infamia), addirittura traditore della patria (dopo aver mancato due facili – per lui – occasioni da gol nella finale degli Europei del 2000 contro la Francia, poi persa dall’Italia per 2 a 1, nda). Alessandro ha sempre mantenuto la sua integrità e la sua classe, rispondendo a tutte le accuse sul campo, da vero campione qual è. Ma oltre ad essere uno straordinario calciatore, Del Piero è anche un grandissimo appassionato di musica e dopo aver fatto una prima compilation nel 2004 (La musica di Alessandro Del Piero), eccolo tornare alla ribalta (musicale) con una nuova raccolta: The best of Alessandro Del Piero. Lo abbiamo incontrato, tra una partita di campionato, una di Champions’ e una con la Nazionale, e gli abbiamo fatto qualche domanda. Innanzitutto come nasce la tua passione per la musica? Nasce da bambino, quando rubavo di nascosto le cassette a mio fratello maggiore Stefano: Michael Jackson, Madonna, gli U2, tantissimo rock… La musica è sempre stata una grande passione. Quanto conta la musica nella tua vita? Molto, i momenti più importanti della mia vita sono legati quasi sempre a canzoni particolari, anche perché ascolto musica in continuazione! Come hai scelto i brani da inserire nel tuo cd? Non essendo un professionista ho scelto i brani in base a criteri molto personali, selezionando canzoni che mi piacciono, che ascolto spesso in questo periodo, che mi comunicano emozioni, che mi coinvolgono, che mi fanno ballare. Devo dire che ha funzionato. Dove hai trovato il tempo per fare due compilation? La musica è una passione per me, e il tempo per le cose che mi entusiasmano cerco di trovarlo sempre. È stato molto divertente. Cosa significa essere un modello da imitare per tanti giovani, in Italia ma anche all’estero? È una grande responsabilità, oltre che un onore… la visibilità e l’esposizione continua ai media richiedono maturità, una dote difficile da sviluppare in certe situazioni. Io cerco di fare del mio meglio. La soddisfazione più grande che hai avuto in campo calcistico? Per mia fortuna ne ho avute tantissime, e penso agli scudetti, alla Coppa Intercontinentale… a volte anche un semplice assist, un dribbling riuscito, una punizione provata in allenamento che poi in partita diventa gol. La delusione più grande? Beh, nello sport si impara presto a perdere, e non è solo retorica. Quindi oltre alle vittorie ho incamerato anche tante sconfitte, le finali di Champions perse, o il conto in sospeso con la maglia azzurra. Ma sono davvero convinto che le batoste siano importanti quanto i successi, per migliorare, per imparare l’umiltà, per trovare stimoli. Violenza, razzismo, doping: qual è la cosa più pericolosa per il calcio? Sono tutte e tre deleterie per il calcio, hanno in comune una matrice di scarsa educazione sportiva e sono convinto che, proprio per questo, abbiano poco a che fare con la bellezza di questa disciplina. Cosa diresti a chi va allo stadio solo per scatenare la sua rabbia repressa? Forse gli farei capire che ci sono motivi più divertenti e gratificanti per andare a vedere una partita. Il tifo violento è lontano anni luce dai valori sportivi, dalle motivazioni che spingono gli atleti in campo, dalla concezione di gioco = divertimento. La dote più grande che ti riconosci? La testardaggine, la tenacia. Il difetto più grande che ti imputano? Sempre la testardaggine! Cosa farai da grande? Mi sento rivolgere spesso questa domanda e ogni volta mi sento ancora molto lontano dal sentirmi grande. In realtà amo la vita che faccio e ho intenzione di giocare ancora per molto tempo. Cosa c’è in questo momento nel tuo i-pod? Oltre alla playlist della mia compilation, tanto rock e pop di qualità. La canzone che ti carica di più prima di un match decisivo? Quello che conta di più in quei momenti è l’ispirazione, quindi non c’è una canzone speciale che ascolto sempre, seguo l’istinto. Quando smetterai, meglio essere ricordato come capitano della Juventus o come campione di correttezza? Mi piacerebbero entrambi i riconoscimenti, perché no? Grandissima classe, talento e... è mai mancato qualcosa a Del Piero? C’è sempre qualcosa che manca, che non va come vorresti, che non è perfetto. Delle mancanze, degli errori, dei contrattempi occorre trovare il lato buono, l’insegnamento, l’obiettivo, nello sport come nella vita: gestire le frustrazioni e conoscere i propri limiti sono capacità che aiutano molto. Hai mai pensato o desiderato essere una rockstar? No, è un mondo che mi affascina molto e che in qualche modo ho avuto l’occasione e la fortuna di sfiorare, ma credo che il mio destino fosse un altro.

(realizzata ad aprile 2006)