19/04/10

TOTTI, UOMO DI NIENTE



Non scrivo mai di calcio, perché non mi interessa, né tantomeno di calciatori, perché mi interessano ancora meno. Ma quando ci sono persone (con grossi limiti evidentemente) che si accoltellano, che bruciano macchine, che lanciano qualsiasi cosa gli capiti a portata di mano (oltretutto nella mia città), allora il discorso non riguarda più solo il calcio e i calciatori. E vale la pena parlarne. Soprattutto perché nel nostro paese a furia di non parlare delle cose, si accetta passivamente tutto. E non va bene.
Credo che quando un professionista strapagato come Francesco Totti, idolo per migliaia e migliaia di persone (non solo bambini e adolescenti) si lascia andare a gesti irridenti come quello che ha fatto ieri sera (e che aveva già fatto nella partita di andata), non ci si possa stupire poi se fuori e sugli spalti, la gente si accoltella, si picchia selvaggiamente, lancia bombe carta, brucia cassonetti, auto e tutto ciò che capita.
E' ovvio che la colpa non è solo di Totti, ma anche di tutti quegli altri professionisti (magari pagati meno di Totti ma sempre strapagati per come la vedo io) che hanno scatenato ieri, e scaternano ogni settimana, risse e liti vergognose.
L'avversario, anche il più odiato, lo sconfiggi sul campo, non lo puoi (e non lo devi) irridere né deridere come ha fatto e fa Francesco Totti, che non è nuovo a gesti del genere (basti ricordare la maglietta sfoggiata dopo un gol con la scritta - estremamente signorile - "Vi ho purgato ancora"). Il suo disprezzo nei confronti di una squadra che appartiene alla sua stessa città, è il disprezzo nei confronti di tanta gente che ha l'unico "torto" di non essere come lui (e meno male) e di non pensarla come lui (e meno male). Ripeto, l'avversario lo sconfiggi sul campo ma non lo irridi. E ieri l'avversario tanto odiato è stato sconfitto sul campo solo quando il suo allenatore lo ha tolto dal campo.
Totti è un uomo di niente perché non ha rispetto per l'avversario, perché non riconosce mai il valore degli avversari anche quando perde sul campo per 3 a 0 ("Guarda co chi avemo perso" disse in occasione di una sconfitta per 3 a 0 contro il suo avversario più odiato nel 2006), perché è facile fare tanta beneficenza pagandola con i milioni di euro delle pubblicità,
Un uomo di niente - seppur grande calciatore - non può essere il simbolo di Roma, non può identificare i romani che - per fortuna - non sono tutti come lui e non la pensano tutti come lui.
Ciò detto, ieri la Roma ha battuto la Lazio sul campo perché è più forte.