11/11/13

30 ANNI DOPO L.A. E' SEMPRE... MENO DI ZERO


THE CANYONS
di Paul Schrader
Scitto da Bret Easton Ellis
con Lindsay Lohan, James Deen, Nolan Funk, Amanda Brooks, Tenille Houston
Produzione: USA 2013
Esce il 14 novembre


La noia esistenziale, il lusso sfrenato, la disperazione della povertà, la cocaina come stimolo, il sesso vissuto senza regole (ammesso che ne abbia) e senza sentimento, la violenza maniacale, l'ennesima versione del sogno americano che va in frantumi. Bret Easton Ellis, scrittore prodigio dei favolosi e scintillanti anni 80, resta fedele ai suoi cliché, quelli che gli hanno garantito il successo planetario, e li mescola in maniera molto abile nel nuovo film diretto da Paul Schrader.
Al centro di The Canyons c'è un ricchissimo rampollo di famiglia (Christian, interpretato da James Deen) che “gioca” a fare il produttore cinematografico. Accanto a lui la bellissima e misteriosa Tara (un'ottima Lindsay Lohan), attrice dal passato oscuro che verrà lentamente svelato nel corso della vicenda. Christian sta per produrre un film di scarsissima qualità solo per poter continuare a prendere i soldi del padre ed accontentare al tempo stesso la sua assistente, Gina (Amanda Brooks), scegliendo il suo fidanzato Ryan (Nolan Funk) come protagonista. A completare il quadro, c'è Cynthia (Tenille Houston), ufficialmente insegnante di yoga, in pratica ex aspirante attrice ed ex ragazza di Christian il quale continua – nonostante la relazione sui generis con Tara - a godere anche dei suoi favori sessuali.
Ognuno di loro – ad eccezione di Gina, l'unica anima pura del film – ha qualcosa da nascondere. Ognuno di loro vive ossessionato dalle proprie paranoie: che sia il sesso, la gloria, il terrore di tornare a vivere in un tugurio, il denaro, tutti sembrano disposti a fare qualsiasi cosa pur di raggiungere il proprio obiettivo. Passando sopra a tutto e a tutti.
A fare le spese di questa corsa sfrenata a velocità folle verso il soddisfacimento delle proprie ambizioni (anche le più turpi) saranno le uniche due persone che ancora credono nei sentimenti, le uniche che vivono secondo i propri mezzi fidandosi dell'amore e della sincerità. Ma in una società spietata priva di qualsiasi sentimento, amore e sincerità sono parole svuotate di senso e di significato. Non servono nemmeno a riempire la bocca dei protagonisti, tanto sono fuori luogo. Il film si tinge di noir e accelera verso l'epilogo che sarà quantomai tragico con tutti i protagonisti appiattiti su un livello di aberrazione e vacuità morale emblematico. Di contro, chi crede nell'amore e nella possibilità di una vita “normale” è destinato a soccombere.
Un film cinico e duro dove non c'è posto per il pentimento né per l'amore, una storia dove il sogno americano è ridotto ad una disgustosa poltiglia che si incolla alle vite dei vari personaggi e li plasma come mostruose marionette disposte a tutto pur di raggiungere quello stesso sogno che hanno fatto a pezzi. Meglio fingere che essere felici, meglio il denaro della passione, meglio l'artificio della realtà. E Los Angeles, anch'essa protagonista del film con i suoi canyons affascinanti e ambigui, non poteva che essere lo scenario ideale per una storia come questa: accogliente e solare all'apparenza, cinica e spietata nella realtà.