30/08/07

Vladimir Luxuria: il fascino della notte



...L’oscurità notturna è complice, malandrina, sensuale...
Così parla della notte Vladimir Luxuria in Chi ha paura della Muccassassina (Bompiani, € 16,50), un libro scritto da lei stessa con un sottotitolo significativo: Il mio mondo in discoteca e viceversa. Già perché Vladimir, attrice, conduttrice tv e ora anche Onorevole in Parlamento con Rifondazione Comunista, in discoteca ha costruito non soltanto la sua personalità ma anche la sua carriera professionale e politica. Sì perché Vladimir è stata per anni la direttrice artistica del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli dando vita a Muccassassina, serate GLBT (gay-lesbo-trans) aperte a tutti senza alcuna preclusione, nelle quali all’una e mezza venivano lanciati messaggi politici. Cosa rappresenta per te la notte? Amo la notte perché ti restituisce un’altra città, fatta di luci, vissuta da una fauna particolare, esemplari che non circolano di giorno e che aspettano la mezzanotte per uscire. La notte è penombra quindi complicità e di notte io riesco a fare delle cose che di giorno non posso fare, ad esempio scrivere. Come direttrice del Circolo Mario Mieli, ho potuto organizzare le serate di Muccassassina e quindi la notte mi ha dato anche la possibilità di porre le basi per l’attività politica che svolgo. Sei stata la prima a veicolare messaggi politici in discoteca? Sono una delle pochissime ad averlo fatto. All’una e mezza, quando c’era il clou, il massimo della gente in pista, toglievamo la musica e dal palco cominciavamo a lanciare messaggi di tolleranza, di animalismo, di pace, di accettazione degli altri con un linguaggio e una forma godibile da quel tipo di pubblico. La discoteca spesso è vista come un posto di perdizione, per te invece è stata un luogo di riscatto? Innanzitutto io non parlerei di discoteca in generale, non c’è un solo modello ma ci sono vari generi di discoteche: oggi c’è un locale per un tipo di ragazzi, un altro per un genere musicale specifico. Per quel che riguarda la mia esperienza personale le discoteche GLBT hanno rappresentato un luogo di liberazione, un posto in cui ci si divertiva e dove si poteva essere se stessi, quindi io ne sono uscita fortificata. Detto questo, però, va detto anche che ci sono gestori onesti e disonesti, che c’è tanto lavoro nero, mobbing, ricatti sessuali e queste cose vanno denunciate. Non mi piacciono quelli che fanno un altro lavoro e aprono il loro localino solo per avere un giro di ragazzine da ricattare dicendole se non vieni a letto con me non ti faccio fare la cubista. Cosa che peraltro viene vista molto spesso come un primo passo per arrivare alla tv o al cinema. Io della discoteca ho un concetto laico, così come della famiglia: sia l’una che l’altra sono fatte da persone e ci sono quelle buone e quelle cattive. Non pensi che ci sia una carenza da parte dei genitori? Spesso sono i genitori a spingere i figli a sottostare a certi ricatti. Del resto siamo in un periodo in cui si è convinti che solo l’apparire sia l’essere, dove non si studia più recitazione ma si è convinti che basti andare a un reality show per diventare attori. Un periodo in cui c’è il culto dell’immagine fine a se stessa che non serve a niente. Cosa diresti a una dodicenne che fa la cubista, magari gettandosi via? 1° Che deve denunciare chiunque la ricatti o la sottoponga a mobbing e ad altre violenze. 2° Che non serve a niente darsi via così. 3° Che ci sono altre strade da percorrere per arrivare in tv o al cinema.
Io della discoteca ho un concetto laico, così come ce l’ho della famiglia
(realizzata nel giugno 2007)