Attaccare con gli insulti
e con le grida forsennate già di per sé è deprecabile e
sintomatico, farlo nei confronti di una donna che lavora (e lo con
grande competenza e professionalità) è disgustoso e di conseguenza
inaccettabile. Esporla ad un gogna mediatica e telematica è
addirittura odioso. È sempre facile parlare da dietro una tastiera o
uno schermo, è sempre facile sputare sentenze e parolacce standosene
seduti comodamente, è sempre facile arringare folle di essasperati
che non vedono l'ora di sfogare la propria frustrazione, è sempre
facile dire che si mangia il pane a tradimento o che si campa sui
finanziamenti dello Stato (quindi pagati da tutti i contribuenti), è
sempre facile urlare se ne deve andare a casa, cacciamola via, deve
cercarsi “un” lavoro. È molto, molto facile, soprattutto se hai
le spalle molto, molto coperte. Se sei molto, molto ricco, se sei
protetto, molto protetto. Giuseppegrillo, l'ultimo dei capipopolo che
questo misero paese ci ha riservato, non sopporta proprio che quello
del giornalista sia un lavoro: dignitoso bellissimo, importantissimo
e faticosissimo. Figuriamoci poi se a svolgerlo è una donna! Come
minimo, per bene che le vada, è stata raccomandata da qualcuno in
cambio di favori sessuali. Quindi merita di essere lapidata
(metaforicamente, spero) nella pubblica piazza (quella della rete che
tanto ama giuseppegrillo) per almeno tre motivi: primo perché non
lavora, secondo perché si fa mantenere da lui (sempre
giuseppegrillo) e dai suoi adepti, terzo perché è una prostituta.
Qualsiasi lavoro, lo
ripeto e lo sottolineo, qualsiasi (anche quello delle
prostituta) ha una sua dignità, parola il cui significato
evidentemente sfugge a giuseppegrillo che non ha certo il problema di
cercarsi e trovarsi un lavoro. Non sa – evidentemente – cosa
significhi sentirsi precario nel presente e dubbioso per il futuro,
non sa quanto fatichiamo noi comuni mortali, ogni giorno, per portare
a casa lo stipendio e mantenere integra la nostra dignità. Quella di
donne che lavorano, soprattutto. Non lo sa. Non gli interessa. Non è
un suo problema. Così come non conosce il significato della parola
rispetto. Ma anche questo non gli interessa, non è un suo problema.
A proposito, ma
giuseppegrillo che mestiere fa?
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