Allora, io adesso l'ho ascoltato, l'ho “sentito”, l'ho
riascoltato, e l'ho “risentito”, e quindi posso dirlo: il nuovo
disco di Ligabue, Mondovisione, è un bel disco. Senza dubbio. A
parte qualche brano (“Con la scusa del rock'n'roll”, “Il muro
del suono”, “Tu sei lei”) che sembra un po' troppo simile a
qualcuno del passato (ma che comunque si fanno apprezzare soprattutto
per i testi), gli altri sono decisamente di livello. L'intensità de
“La terra trema” e di “Ciò che rimane di noi” non si sentiva
da anni, così come la struttura perfetta di “Per sempre” - che
potrebbe essere un ottimo singolo – o il crescendo musicale che
caratterizza sia “Siamo chi siamo” che “Il volume delle tue
bugie” ci riconsegnano un Artista con la A maiuscola, maturo e
consapevole del proprio spessore artistico. I testi sono belli,
profondi, a tratti struggenti, le chitarre suonano bene e sono tutte
perfettamente inserite sulla ritmica, le tastiere - quando ci sono
(in “Siamo chi siamo” per esempio) – entrano perfettamente in
questo tessuto musicale e gli danno quel tocco in più che in altri
casi era mancato. Ma è soprattutto l'emotività, l'anima, che emerge
da queste nuove canzoni che colpisce al cuore e che rende questo
album, finalmente, bello comunque lo si giri. È in perfetto stile
Ligabue, si sente il suo marchio di fabbrica, il sound è tornato su
binari meno pop e più rock (merito anche della produzione di Luciano
Luisi) ma tutto l'insieme è migliorato con l'esperienza e con gli
anni. Esattamente come la voce di Luciano che è ulteriormente
migliorata raggiungendo praticamente la perfezione o qualcosa che ci
va molto vicino, basta sentire “Sono sempre i sogni a dare forma al
mondo” per capire di cosa sto parlando.
Non sarà innovativo, obietterà qualcuno, ma Ligabue non deve
esserlo più a 53 anni, deve fare il rocker ovvero trasmettere
emozioni con grande energia. E con Mondovisione è tornato a farlo
prepotentemente. Bravo!
Nessun commento:
Posta un commento