Il momento perfetto non esiste. E’ una costruzione della mente, una giustificazione per sfuggire alle proprie paure e per non affrontare la vita. E’ un pretesto, un’ipotesi, una soluzione, una teoria. C’è tempo, tanto. Può essere, forse. Sono immobile per bloccare il tempo. E invece il tempo non c’è più, spesso. Sempre. Il momento perfetto è una sospensione del tempo, nella tua testa. Io non parlo, non vado, non faccio. Sto in disparte, guardo, sento, attendo. E penso a come rendere perfetto il momento. Quel momento, che nessuno sa quale sia. Ma che tutti aspettano, come fosse Godot. E come Godot non arriva mai. E’ una sensazione invadente che ti percorre e ti pervade il corpo. Pensi che ce la farai, che lo troverai, e ti ostini sempre di più nella tua ricerca: nulla va bene, mai, c’è sempre un dettaglio, un particolare, un’inezia che blocca e rimanda. Ma intanto tutto gira intorno a te, sopra e sotto di te, dentro e fuori di te. Tutto e tutti, tranne che te. T’incanti di fronte al mondo, ti bei della tua precisione e della tua meticolosità ma non fai altro che acuire il tuo vuoto interiore. E’ un tarlo che ti scava il cervello, è un segnale della tua insicurezza, è una zavorra che ti tiene ancorato al terreno, è una zappa che cade pesante come un masso sui tuoi piedi, è un giogo da cui non sai liberarti. Ogni volta è diverso ed uguale al tempo stesso: ti prepari, sei pronto a cogliere l’attimo, a vedere oltre, a saltare l'ostacolo. Ma poi improvviso cala il gelo su di te, quello che ti paralizza in attesa del momento perfetto. Che però non esiste...
22/11/14
IL MOMENTO PERFETTO
Il momento perfetto non esiste. E’ una costruzione della mente, una giustificazione per sfuggire alle proprie paure e per non affrontare la vita. E’ un pretesto, un’ipotesi, una soluzione, una teoria. C’è tempo, tanto. Può essere, forse. Sono immobile per bloccare il tempo. E invece il tempo non c’è più, spesso. Sempre. Il momento perfetto è una sospensione del tempo, nella tua testa. Io non parlo, non vado, non faccio. Sto in disparte, guardo, sento, attendo. E penso a come rendere perfetto il momento. Quel momento, che nessuno sa quale sia. Ma che tutti aspettano, come fosse Godot. E come Godot non arriva mai. E’ una sensazione invadente che ti percorre e ti pervade il corpo. Pensi che ce la farai, che lo troverai, e ti ostini sempre di più nella tua ricerca: nulla va bene, mai, c’è sempre un dettaglio, un particolare, un’inezia che blocca e rimanda. Ma intanto tutto gira intorno a te, sopra e sotto di te, dentro e fuori di te. Tutto e tutti, tranne che te. T’incanti di fronte al mondo, ti bei della tua precisione e della tua meticolosità ma non fai altro che acuire il tuo vuoto interiore. E’ un tarlo che ti scava il cervello, è un segnale della tua insicurezza, è una zavorra che ti tiene ancorato al terreno, è una zappa che cade pesante come un masso sui tuoi piedi, è un giogo da cui non sai liberarti. Ogni volta è diverso ed uguale al tempo stesso: ti prepari, sei pronto a cogliere l’attimo, a vedere oltre, a saltare l'ostacolo. Ma poi improvviso cala il gelo su di te, quello che ti paralizza in attesa del momento perfetto. Che però non esiste...
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