Cosa passa nella testa di
un ragazzino (deve essere per forza molto giovane, visto che ha
sbagliato anche a scrivere il nome) che nel 2013 scrive “W Pribke”
sul muro di una scuola? La prima risposta, spontanea, “Nulla”. Io
però ho provato ad entrare nella testa di quel ragazzino, autore di
una simile aberrazione di cui non conosce nemmeno la portata: è
spirito di contraddizione? Tutti sono contro quell'uomo, io vado
controcorrente? Mmm..., potrebbe ma non mi sembra tanto plausibile: i
ragazzi oggi, soprattutto quelli molto giovani, sono tutti molto
omologati e temono talmente tanto la diversità che non fanno nulla
se non lo hanno visto fare già da qualcun altro. Spirito di
emulazione, allora. Ma chi vuole emulare uno che inneggia a un
criminale di guerra? I suoi “amici più grandi”, che giocano a
fare i duri – ma solo quando sono 20 contro uno - e poi scappano di
fronte a qualsiasi responsabilità? Spirito di provocazione? Guardate
quanto sono bravo, io inneggio a un criminale ma quando non mi vede
nessuno... Ma come si può prendere come esempio una persona che
“uccide” 335 (trecentotrentacinque) esseri umani, 335 uomini come
lui? Mi domando allora: ma con chi vive questo ragazzino, chi sono i
suoi genitori, chi e cosa vede a casa sua? In quale miseria culturale
ed esistenziale è vissuto fino ad oggi?
Chi decide di togliere la
vita a 335 persone, non può essere mai preso come modello di vita,
anche se “obbedisce” a ordini superiori, anche se c'è una guerra
da combattere, e un nemico da sconfiggere. Chi si arroga il diritto
di eliminare dalla faccia della Terra 335 suoi simili, non può
essere un esempio. Semmai rappresenta uno scempio. Uno scempio che
cancella qualsiasi dignità alla vita e all'essere umano, qualsiasi
giustificazione, qualsiasi traccia di intelligenza. Non c'è ragione
(in tutti i sensi), non ci sono scusanti, né motivazioni che possano
reggere di fronte a una simile aberrazione. Così come non ci sono di
fronte ai nuovi carnefici del nostro secolo: gli scafisti che
trasportano ogni giorno centinaia di poveri disgraziati disperati che
fuggono dai loro paesi in fiamme in cerca di un futuro più sicuro,
più dignitoso, meno atroce. Sono loro i nazisti del Ventunesimo
secolo, coloro che si arrogano il diritto di disporre della vita di
migliaia di persone, trasportandole su barconi sempre più fatiscenti
sapendo che a malapena riusciranno a toccare terra. Eppure loro si
salvano sempre. Come si è salvato Priebke, al quale è stato
addirittura concesso l'onore di vivere fino a 100 anni.
Ecco forse quel ragazzino
con lo spray in mano e la testa confusa voleva mostrare a tutti la
sua stupidità, la sua insulsaggine, la sua inutilità di essere
umano.
Ma magari tra 70 anni non
ci sarà nessun ragazzino con una bomboletta spray nera in mano a
scrivere sul muro di una scuola: “W Alì, scafista”...
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