23/07/09

BROOOOOOOOOCEEEEEEEEEEEEEEEEEE



GRAZIE A DIO C'E' BRUCE


Roma 19 luglio 2009
Domenica d'estate come ce ne sono tante, anche se questa non é nemmeno particolarmentee calda. Nelle strade non c'è nessuno, almeno fino alle 6/6 e mezza del pomeriggio quando l'adrenalina comincia a farsi sentire. L'appuntamento è con gli amici di sempre, quelli con cui hai condiviso il bello e il brutto della tua vita. In piu ci sono quelli di passaggio, quelli che vivono all'estero e stanno in vacanza qui e allora come fai a perderti il concerto di Bruce nella tua hometown? Si lascia la spiaggia e si arriva a Roma, oltretutto lo show inizia alle 10. Mai successo a Roma, ma ci sono i mondiali di nuoto e allora per scongiurare spostamenti quantomeno fantasiosi (si era parlato dell'Ippodromo di Capannelle o addirittura dello stadio di Napoli) ecco l'idea di far iniziare Bruce per un comodo ed esaltante dopocena. Idea apprezzabile, devo dire, un po' meno per tutti quei colleghi (quello seri) dei quotidiani e delle agenzie di stampa che dovranno fare salti mortali per evitare figuracce clamorose. Bruce è uno che non si è mai risparmiato e anche in questo tour, alle soglie dei suoi 60 anni, il concerto dura 3 ore. Senza pause. La tensione cresce con l'avvicinarsi allo stadio. Facciamo in tempo a prenderci un aperitivo, parlando di come aprirà il concerto, di quali pezzi sceglierà, di come ci travolgerà ancora una volta. E l'inizio - alle 10.30 - è davvero travolgente: in uno stadio sufficientemente pieno ma straordiariamente entusiasta, partono le note del Maestro Morricone, C'era una volta il West, film capolavoro di Sergio Leone musicato altrettanto magistralmente dal compositore romano di cui Bruce è grande estimatore. Brividi lungo la schiena perché mentre si dipanano le note morriconiane, scorrono immagini dell'America che abbiamo sognato tutti (quelle delle grandi distese, dei canyon, dei cieli immensi dai mille colori) e sfilano i musicisti della legendary E Street Band. E poi finalmente arriva lui: lo accoglie un boato da brivido e una standing ovation di quelle che si riservano solo ai grandissimi. Da lì in poi - one two three four - c'è posto solo per il rock. Bruce è incontenibile, irrefrenabile, strepitoso. Gioca col pubblico, urla la sua passione, canta in un crescendo di emozioni straordinarie. Il pubblico lo segue con una dedizione e una gioia che non ha uguali nel panorama musicale mondiale. Bruce si diverte, si appassiona, si commuove, quando parla della gente dell'Aquila che ha perso tutto, e a cui dedica My city of Ruins, una canzone che Bruce ha scritto una decina di anni fa, pensando a tutte quelle città americane di provincia divorate dalla crisi che già allora mostrava i suoi effetti. Poi ci fu quello stramaledetto 11 settembre e Bruce la fece diventare una sorta di inno alla speranza per New York, inserendola nello splendido album The Rising. Oggi la dedica a L'Aquila, e sembra scritta apposta. I ragazzi dell'Aquila che tramite la nostra radio (Città Futura) e Steve Van Zandt gli hanno fatto avere una lettera avvincente e appassionata ringraziano. E anche tutti noi che siamo lì con il groppo in gola per la tristezza per una tragedia naturale e per la rabbia di vivere in un paese dove non si riesce mai a fare le cose seriamente e quando vengono giu palazzi, scuole e case non c'è mai un colpevole.



There is a blood red circle
On the cold dark ground
And the rain is falling down
The church door's thrown open
I can hear the organ's song
But the congregation's gone
My city of ruins
My city of ruins

Now the sweet bells of mercy
Drift through the evening trees
Young men on the corner
Like scattered leaves,
The boarded up windows,
The empty streets
While my brother's down on his knees
My city of ruins
My city of ruins

Come on, rise up! Come on, rise up!
Come on, rise up! Come on, rise up!
Come on, rise up! Come on, rise up!

Now's there's tears on the pillow
Darlin' where we slept
And you took my heart when you left
Without your sweet kiss
My soul is lost, my friend
Tell me how do I begin again?
My city's in ruins
My city's in ruins

Now with these hands,
With these hands,
With these hands,
I pray Lord
With these hands,
With these hands,
I pray for the strength, Lord
With these hands,
With these hands,
I pray for the faith, Lord
We pray for your love, Lord
We pray for the lost, Lord
We pray for this world, Lord
We pray for the strength, Lord
We pray for the strength, Lord

Come on
Come on
Come on, rise up
Come on, rise up
Come on, rise up
Come on, rise up
Come on, rise up
Come on, rise up
Come on, rise up
Come on, rise up
Come on, rise up


Il finale è sconvolgente: c'è Born to run cantata a squarciagola da tutto lo stadio, per l'occasione nteramente illuminato, c'è la piu bella canzone mai scritta sull'amicizia - Bobbie Jean - c'è una versione assolutamente incredibile di Twist and Shout alla fine della quale hai solo la forza di pensare che bello, tra due giorni si rivive tutto a Torino!

1 commento:

luca ha detto...

Ciao, mi hanno segnalato il tuo blog, gli ho dato uno sguardo e mi è piaciuto. Non solo perché sono uno springsteeniano da anni ma anche perché sono convinto che questo modo informale e riservato di comunicare buone idee sia una risorsa attuale e futura imprescindibile per un paese/popolo che ha così tanto da imparare in quanto a coscienza critica e vivere civile.
Ti segnalo anche il mio blog: http://lucafalsini.blogspot.com/ e ti saluto con la mia "10 su tutti": 1) jungleland 2)point blank 3) kitty's back 4)backstreets 5)drive all night 6) incident on 57th street 7)lost in the flood 8)new york city serenade 9)born to run 10)the river...lo so, è rimasto fuori molto, moltissimo, ma è un mondo spietato!
Ciao, luca